Una gif animata per mostrare come quest'anno l'estate non sia proprio mai arrivata!
Un tempo si diceva che il primo temporale d'agosto si sarebbe portato via l'estate ... in questo sciagurato (non solo meteorologicamente) 2014 il primo temporale è arrivato il 2 agosto, e non s'è portato via un bel nulla perchè dell'estate avevamo visto solo qualche ombra spaurita!
Potremo però sempre dire ai nostri nipotini ... io c'ero in quella estate del 2014 che non si vide, nella quale giravamo in città con il giubbotto!
Sempre che tutto ciò non diventi normale nei prossimi anni .. ma mi rifiuto di credere ad una ipotesi simile!
lunedì 18 agosto 2014
Selfie con la morte
Ero in Santa Maria del Popolo a Roma a fare un giro turistico
con la famiglia, si stava allestendo un matrimonio così come capita quasi ogni
giorno … e mentre si girava in quella chiesa, tutto d’un tratto, un teschio!
Le risposte sono entrambe negative … la distanza dalle
stelle è cosa ben diversa dalla consapevolezza della condanna a morte che ci
portiamo dentro. L’una ha a che fare con l’universo, l’infinito, l’altra con la
fine … se vogliamo sono l’una il contrario dell’altra: non c’è nulla di più
immortale del cosmo.
Ricordati che devi morire! Il monito di Savonarola che echeggia
tra le mura della chiesa che, tutt’un tratto diventano tetre, cupe e un po’ pulp.
Ovviamente ne approfitto per un selfie che è destinato a
diventare storico: Il selfie con la morte!
E qui mi sorgono d’obbligo un paio di domande:
- La consapevolezza di dover morire equivale a conoscere la propria distanza dalle stelle?
- Sapere di dover morire rende la nostra esistenza migliore?
La nostra vita, se diventa la vita di un condannato a morte,
di uno che deve morire domani, rischia di perdere la lungimiranza di un uomo
che pensa come se dovesse vivere per sempre.
Mi viene in mente la propaganda elettorale di Carlo Tassi
(deputato in camici nera degli anni ’80 e ’90 del secolo scorso) che in un biglietto
nero recava la frase: “vivo come se dovessi morire domani, penso come se
dovessi vivere sempre!”
Ma reputo impossibile non cadere in confusione tra le due
estreme consapevolezze: l’uomo comune, quale io sono, tende a cadere in
contraddizione con se stesso se deve assumere entrambe le soluzioni che sono l’una
il contrario dell’altra. Poiché vivere e pensare sono un tutt’uno, finiremmo
col cercare di avere tutto subito, senza aspettare nemmeno un minuto!
sabato 16 agosto 2014
Il fenomeno degli account social fasulli gestiti da software
I social sono il mondo dei bot, ovvero di software
automatici che simulano l’attività umana: pubblicano post, mettono commenti, mi
piace, aggiungono amici. Il tutto con algoritmi che rendono molto difficile
essere scoperti.
Il fenomeno degli account fasulli su facebook, così come su tanti altri social, stà assumendo i connotati di una vera e propria inondazione.
Alcuni acker veri re dello spam hanno creato e mantenuto
migliaia di utenti, verosimilmente reali, alcuni dei quali saranno certamente
finiti anche tra le vostre liste di amici.
Già, accorgersene è infatti parecchio difficile, soprattutto
per chi non sospetta nulla di particolarmente fraudolento.
Ma cosa si può fare con migliaia di account gestiti da un
software che simula comportamenti reali?
Be .. tante cose, ad iniziare dal gonfiare di mi piace le
pagine ed i post, conquistare visibilità, innescare fenomeni di viralità semplicemente
diffondendo, allargando un bacino di utenza
Come fare?
Vi segnaliamo un sito che vende bot … http://www.botinternet.com/
Ma è solo uno dei tanti, val la pena leggere le descrizioni
per capire come agiscono e cosa producono. Nella descrizione dei bot per
facebook troverete un “potrete vendere mi piace” che è moto significativo …
Controindicazioni?
Tantissime! Si tratta di una attività fraudolenta che, se
scoperta, produce ban non solo dell’utente singolo (se ne hai migliaia uno in
più o in meno non fa differenza) ma addirittura dell’indirizzo ip.
Se i gestori del social poi riconoscono il papà hacker, per
costui la vita diventerà difficilissima, è il suo account, le sue pagine,
verranno tutte oscurate.
Già nel febbraio scorso ci siamo occupati del fenomeno degliaccount fasulli su facebook.
Nonostante una dichiarate guerra da parte del social blu
agli account fake, questi sono aumentati moltissimo, soprattutto in Italia e soprattutto
negli ultimi tempi.
Sono soprattutto account anonimi, intestati a persone
apparentemente qualsiasi, ma anche di account intestati a persone famose come
ad esempio quello di Pippo Inzaghi (vedi il mio post di giugno sul furto diidentità di Pippo Inzaghi).
Non è poi così difficile farlo: basta aprire un account con
il nome di una persona famosa e poi gestirlo in qualche modo, chiedere
amicizie, postare immagini o link, sparpagliare i mi piace, in somma cercare di
sembrare attivi come se si stesse realmente gestendo il profilo.
A meno che l’interessato non si faccia vivo con il social
blu e denunci il furto di identità, l’account rimarrà attivo e se, al raggiungimento
del limite di 5000 amici, venisse trasformato in una fan page “unofficial”,
magari è destinato a passarla liscia … ma il rischio di ban è comunque sempre
molto alto.
per approfondimenti vedi anche:
giovedì 14 agosto 2014
mobile e local search
Nel suo ultimo Fast forward, Giorgio Taverniti parla di Local Search e Mobile.
Vengono sviscerati un pò di numeri che inquadrano la situazione in modo molto chiaro:
Secondo una ricerca Cisco entro il 2018 il traffico monile arriverà a valere 10 volte tanto quello dei giorni nostri con un tasso di crescita annuale del 57%.
Il 70% delle persone vorrebbe avere direttamente nei
risultati della ricerca il numero di telefono e il percorso per arrivarci.
Vengono sviscerati un pò di numeri che inquadrano la situazione in modo molto chiaro:
Il 60 % delle connessioni a facebook avviene attraverso
mobile
Secondo una ricerca Cisco entro il 2018 il traffico monile arriverà a valere 10 volte tanto quello dei giorni nostri con un tasso di crescita annuale del 57%.
Il 69% si aspetta che quello che sta cercando sia entro 5 km
da dove si trova.
Se si cerca un ristorante, il 70 % pensa di andarci a
mangiare ed il 54 % ci va effettivamente.
Quindi i tempi di acquisto di una conversione su mobile sono
molto inferiore a quelli desktop.
ecco il video, estremamente interessante (dura sei minuti) che vi consiglio vivamente di guardare:
martedì 12 agosto 2014
O capitano! Mio capitano! testo recitato della poesia di Walt Whitman
Walt Whitman |
O capitano! Mio capitano! (O Captain! My Captain!) è una
poesia scritta dal poeta e scrittore statunitense Walt Whitman nel 1865,
riguardante la morte del presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln.
[da wikipedia] Walter Whitman, noto come Walt Whitman (West Hills, 31
maggio 1819 – Camden, 26 marzo 1892), è stato un poeta, scrittore e giornalista
statunitense. È conosciuto per essere l'autore della raccolta poetica Foglie
d'erba, pubblicata in diverse edizioni a partire dal 1855.
[testo originale]
O Captain!
My Captain!
O Captain!
My Captain! our fearful trip is done;
The ship has weather'd every rack, the prize
we sought is won;
The port is near, the bells I hear, the people
all exulting,
While follow eyes the steady keel, the vessel
grim and daring
But O heart! heart! heart!
O the bleeding drops of red,
Where on the deck my Captain lies,
Fallen cold and dead.
O Captain! My Captain! rise up and hear the
bells;
Rise up-for you the flag is flung-for you the
bugle trills;
For you bouquets and ribbon'd wreaths-for you
the shores a-crowding;
For you they call, the swaying mass, their
eager faces turning
Here Captain! dear father!
This arm beneath your head;
It is some dream that on the deck,
You've fallen cold and dead.
My Captain does not answer, his lips are pale
and still;
My father does not feel my arm, he has no
pulse nor will;
The ship is anchor'd safe and sound, its
voyage closed and done;
From fearful trip the victor ship comes in
with object won
Exult, O shores, and ring, O bells!
But I with mournful tread,
Walk the deck my Captain lies,
Fallen cold and dead.
O capitano! Mio capitano!
Oh! Capitano, mio Capitano, il tremendo viaggio è compiuto,
La nostra nave ha
resistito ogni tempesta: abbiamo conseguito il premio desiderato.
Il porto è prossimo;
odo le campane, il popolo tutto esulta.
Mentre gli occhi
seguono la salda carena,
la nave austera e
ardita.
Ma o cuore, cuore,
cuore,
O stillanti gocce
rosse
Dove sul ponte giace
il mio Capitano.
Caduto freddo e
morto.
O Capitano, mio
Capitano, levati e ascolta le campane.
Levati, per te la
bandiera sventola, squilla per te la tromba;
Per te mazzi e corone
e nastri; per te le sponde si affollano;
Te acclamano le folle
ondeggianti, volgendo i cupidi volti.
Qui Capitano, caro
padre,
Questo mio braccio
sotto la tua testa;
È un sogno che qui
sopra il ponte
Tu giaccia freddo e
morto.
Il mio Capitano tace:
le sue labbra sono pallide e serrate;
Il mio padre non
sente il mio braccio,
Non ha polso, né
volontà;
La nave è ancorata
sicura e ferma ed il ciclo del viaggio è compiuto.
Dal tremendo viaggio
la nave vincitrice arriva col compito esaurito,
Esultino le sponde e
suonino le campane!
Ma io con passo
dolorante
Passeggio sul ponte,
ove giace il mio Capitano caduto freddo e morto.
Capitano mio capitano …. Addio
Mi chiamo Mork, su un uovo vengo da Ork … Nano Nano!
La notizia di oggi è quella della morte di Robin Williams.
Ed eccoci a dare l’addio a Mork, a dare l’addio ad un attore
che ha interpretato una galleria di personaggi infinita e sempre con una
grandiosa capacità interpretativa degna solo dei grandi.
Capitano mio capitano ….
Protagonista di numerosi film, da “Good Morning Vietnam” a
“Hook - Capitan Uncino”, “L’attimo fuggente” e “Mrs. Doubtfire”, Robin Williams
ha vinto un Oscar nel 1997 come miglior attore non protagonista per “Good Will
Hunting” diretto da Gus Van Sant e con la sceneggiatura di Matt Damon e Ben
Affleck.
Si è suicidato (pare) a 63 anni, soffriva di una grave forma
di depressione, aveva problemi di alcool.
Ma non importa come sia morto, perché ciò che ha dato ad
intere generazioni grazie alle sue interpretazioni supera la morte, supera il
momento del lutto e della commozione.
lunedì 11 agosto 2014
la Super Luna
Poiché l’orbita della luna attorno alla terra non è
circolare ma ellittica, possiede un apogeo (punto di maggiore distanza dalla
terra) ed in perigeo (punto di maggiore vicinanza).
Il centro dell’ellisse non corrisponde al centro della
terra, ma al centro di massa del sistema terra luna, e ciò causa delle
oscillazioni nella distanza tra la luna e la superficie terrestre, per questo
motivo la distanza minima ovvero la distanza della luna dalla terra al perigeo
oscilla con un delta di circa 50 mila chilometri, ovvero un valore sufficiente
a rendere percettibili ed evidenti le oscillazioni di dimensione del satellite
della terra anche ad occhio nudo.
Ogni circa 20 anni la luna si presenta alla distanza minima.
Ed il fenomeno, quando la luna è piena, è noto come super luna.
La sera del 10 agosto 2014 la luna ha raggiunto i 363 mila
chilometri di distanza dalla terra, In concomitanza con le Stelle cadenti dello
sciame delle perseidi, il prossimo fenomeno del genere sarà il 9 settembre
prossimo, quando la luna sarà a 364 mila chilometri di distanza.
IL fenomeno è particolarmente evidente in prima serata o all’alba,
quando la luna piena sorgente è particolarmente vicina all’orizzonte. Infatti
la vicinanza ad elementi del paesaggio del satellite terrestre innesca un
fenomeno percettivo di illusione ottica, che la fa apparire molto più grande di
quando è alta nel cielo.
I ciarlatani che affollano il mondo del gossip con i loro
oroscopi, associano il fenomeno della super luna ad eventi catastrofici, dal Titanic
al terremoto del Giappone del 2011, ma è scientificamente dimostrato
esattamente il contrario.
Quindi godiamoci il fenomeno in completo relax, senza temere
nulla e lasciamo che il fascino della luna piena ci induca a contemplare l’infinità
del cosmo, in qualche modo mostrandoci la nostra distanza dalle stelle ….
sabato 9 agosto 2014
considerazioni sull'inno di Mameli
Ogni volta che prima di una partita suonano gli inni
nazionali è come se l’Italia subisse un goal. Se poi dall’altra parte ci sono i
francesi o i tedeschi, è come partire sul due a zero.
Eppure in Italia di musicisti e di inni degni di ben altra
sorte ne abbiamo parecchi. Il va
pensiero, innanzi tutto, che fu veramente uno degli inni del risorgimento.
Mi sono sempre chiesto il perché gli italiani abbiano scelto
come inno nazionale una marcetta musicalmente ignobile.
Poi ho personalmente incontrato Goffredo Mameli, e in
qualche modo mi sono riconciliato con il suo inno, del quale ha scritto solo le
parole (la musica è di Michele Novaro, compositore genovese e vero colpevole dello scempio).
L’enfasi ottocentesca delle parole del testo, rilette con
consapevolezza, è decisamente forte; Fratelli d’Italia, in una sola frase è racchiuso un concetto
di una forza straordinaria, che da solo vale il fatto che l’inno di Mameli sia
diventato inno nazionale.
Vi sono poi passi oscuri, come l’elmo di Scipio, che è un po’
ostico come concetto … ma può starci, così come in va pensiero ci stà l’arpa d’or
dei fatidici vati.
Le parole del testo fanno la differenza tra l’inno dei
fratelli d’Italia ed il Va pensiero, L’uno esplicitamente parla di unità d’Italia,
L’alto di un esodo sionista che diventa solo simbolicamente l’anelito di unità
dei popoli italiani.
Detto ciò però il due a zero di partenza, quando giochiamo
con la Francia rimane … Mameli meritava una musica differente.
Quando qualche politico idiota propone di rivedere le parole
dell’inno di Mameli per renderle moderne, mi si accappona la pelle …
bisognerebbe revisionare la musica!
Su wikipedia si legge:
Goffredo Mameli dei Mannelli, meglio noto semplicemente come
Goffredo Mameli (Genova, 5 settembre 1827 – Roma, 6 luglio 1849), è stato un
poeta, patriota e scrittore italiano nato nel Regno di Sardegna.
Annoverato tra le figure più famose del Risorgimento
italiano, morì a seguito di una ferita infetta che si procurò durante la difesa
della seconda Repubblica Romana. È l’autore delle parole dell’attuale inno
nazionale italiano.
venerdì 8 agosto 2014
risolvere i problemi di posizionamento dei luoghi su google maps con google map maker
il google map maker è uno strumento web messo a disposizione
degli utenti per correggere o i n alcuni casi modifiche le mappe di google, si
tratta di una sorta di wiki delle mappe al quale tutti possono contribuire.
Gli interventi di modifica vanno recensiti ed approvati o meno da parte degli utenti, e google tende a fidarsi delle segnalazioni.
Gli interventi di modifica vanno recensiti ed approvati o meno da parte degli utenti, e google tende a fidarsi delle segnalazioni.
Si tratta di un’ambiente con il quale tutti coloro che
offrono servizi di inserimento sulle mappe ai propri clienti dovrebbero
famigliarizzare.
Come la gran parte degli applicativi google, non è di immediata
comprensione, e richiede un po’ di tempo prima di poter essere utilizzato al
meglio. Si tratta comunque di una grandiosa opportunità.
(della serie … qui ogni giorno si scopre qualcosa di nuovo!)
mercoledì 6 agosto 2014
quanto è importante la local serch su google?
Google local è un motore di ricerca a sé che esegue le
ricerche tra le schede local presenti sulle mappe.
Vi si accede all’indirizzo https://maps.google.it,
oppure https://www.google .it/maps, ovvero cliccando su maps nella pagina dei
risultati della ricerca di google.
una scheda local è tante cose assieme:
- Un landmark sulla mappa di google collegato a recensioni, immagini e video di presentazione.
- Una scheda google local.
- Una pagina social integrata in google+.
- Un sito internet piccolo ma efficace nel comunicare le nostre attività promozionali.
- Una pagina di atterraggio a cui far puntare la nostra pubblicità di google.
Cerchiamo di riordinare le idee:
Qualche anno fa esistevano i google places, erano le schede
corrispondenti ai luoghi sulla mappa, in esse potevano essere inserite
descizioni, immagini, categorie d’appartenenza, numeri telefonici e recensioni.
Il motore di ricerca basato sulla georeferenziazione non era
così tanto utilizzato come è oggi e il numero di schede presenti in google
places non era ampio.
Non era fondamentale esserci.
Poi sono arrivati gli smartphone ed i tablet, che poco per
volta hanno conquistato un ruolo importantissimo. Oggi si stima che il 50% dei
navigatori utilizzi un dispositivo mobile e che la gran parte di questi
utilizzi uno smartphone. (ed il trend è in forte crescita)
Ma non solo, sono arrivati anche i social network, Twitter e
Facebook hanno rivoluzionato il modo di vivere Internet da parte della gente.
Ed è arrivato anche Google+, un social network creato e gestito da google,
integrato, come vedremo, in modo assoluto con il sistema di algoritmi che il
gigante di mountain wiew utilizza per calcolare e restituire i risultati delle
ricerche.
L’introduzione di g+ (o social Rosso) ha, poco per volta,
modificato in modo sostanziale i risultati delle ricerche di google.
La tendenza è quella di personalizzare il più possibile i
risultati delle ricerche, riuscendo così a fornire elenchi di pagine ancor più
interessanti per l’utente.
Il sistema basa una gran parte della propria capacità di
personalizzazione dei risultati delle ricerche, sui segnali in arrivo dai
social network, su quello che facciamo, clicchiamo, commentiamo, e tra questi
segnali, quelli provenienti da g+ hanno una importanza predominante. (del resto
sono direttamente disponibili per google)
Uno dei modi per personalizzare i risultati delle ricerche è
quello di geo referenziarli, presupponendo che, se cerchiamo “enoteca” si stia
cercando un locale non troppo distante da noi.
Se stiamo poi utilizzando un dispositivo mobile, le
probabilità che si stia cercando un luogo fisico e non virtuale, aumentano
considerevolmente.
Ma come classificare ed ordinare i risultati delle ricerche
così eseguite? Come ordinarli in modo da farci vedere le migliori “enoteche”
nelle nostre vicinanze e non posti squallidi, magari quasi sempre chiusi?
Ideale sarebbe avere un rumore social da analizzare …
Google ha quindi introdotto google local, un vero e proprio social
network, integrato in google +
nel quale le vecchie schede places prendono vita assumendo i connotati di una
pagina social.
La scheda local diventa un tutt’uno con la pagina g+ e si
estende quindi ai post, alle immagini, alle interazioni con gli altri.
I parametri possibili, sulla base dei quali classificare una
pagina, in questo modo diventano tantissimi, e diventa alta la probabilità di
riuscire a scovare, tra le tante enoteche, proprio le migliori.
In un simile contesto, proprio perché in gran parte basato
sul rumore social di g+, diventa impossibile barare e gonfiare artificialmente
la propria posizione. (a meno di non voler correre rischi altissimi)
La maggior parte delle attività economiche è già inserita
d’ufficio in google local. Soprattutto nelle aree urbane la percentuale di
errore nella geo localizzazione delle schede o nei dati ad esse associati, come
l’indirizzo ed il numero di telefono, sono molto basse.
Aumentano considerevolmente nelle aree rurali, dove molto
spesso è difficile associare agli indirizzi le corrette localizzazioni, e dove
spesso ci si trova ad avere a che fare con aziende poco, se non per nulla,
avvezze all’uso di internet.
Diciamo pure che appena fuori dai centri urbani, il nostro
paese paga l’handicap della scarsa diffusione e penetrazione di internet.
Per poter inserire (o
rivendicare) una scheda google local occorre possedere un profilo google + ed essere correttamente loggati a google my business (il servizio che
google mette a disposizione per la gestione dei propri luogi).
Se la scheda della nostra attività è già presente possiamo rivendicarla, operazione che
può avvenire in due modi: o richiedendo la comunicazione telefonica di un
codice di attivazione (nel caso in cui il numero di telefono presente sulla
scheda sia corretto) oppure richiedendo l’invio di una cartolina postale che
impiega un paio di settimane ad arrivare.
Se la scheda della nostra attività non è ancora presente possiamo proporne l’inserimento dal nostro
pannello pagine in google my business.
Le istruzioni su come gestire una pagina google loca sono al
seguente link:
Ma proviamo a vedere
come le schede google Local si integrano nei risultati delle ricerche:
Impostiamo la località dalla quale stiamo eseguendo la
ricerca (simuliamo un utente che stà cercando a Ponte dell’Olio con un telefono
cellulare)
Cerchiamo la parola vino,
ovvero cerchiamo di fare la ricerca che un utente normale, di passaggio a Ponte
dell’Olio potrebbe fare sul suo smartphone.
Il formato della serp (Search Engine Result Page) che ne
risulta è del tutto “normale” con il Knowedde graph, la solita pagina di
wikipedia al primo posto, un video di youtube.
Si tratta di una
serp nella quale non è scattato il fattore local.
Ma se ora proviamo a rendere meno generica la ricerca,
utilizzando una stringa come “aziende
vinicole” il risultato è sorprendente: la Serp è dominata dai risultati
della ricerca su mappa
E gli snippet sono pesanti, molto pesanti … infatti al
passaggio del mouse aprono un estratto della scheda local corrispondente sulla
parte destra della pagina.
Le 7
aziende presenti in questo modo nella pagina risultati delle ricerche risultano
essere prepotentemente più evidenti delle altre.
Ma
ritorniamo alla serp Vino, Facciamo click su Maps per accedere al motore mappe
Qui vi sono
risultati sostanzialmente diversi da quelli presentati da google. Il motivo è
che la ricerca non viene eseguita partendo dall’enorme data base di tutti i siti
internet del pianeta, ma semplicemente, utilizzando le sole schede local
presenti nell’archivio di google.
Qui è possibile visualizzare i risultati in un elenco
paginato, ordinato secondo un algoritmo che, tra i fattori di ranking, assegna
la massima imortanza alla geo localizzazione delle attività presentate.
Cliccando
sugli snippet, uno a caso … il Maiolo (azienda di mio fratello) … compare nel riquadro mappa un landmark
corrispondente alla posizione …
Ed è immediato il passaggio al percorso per raggiungere i
luogo ed alla attivazione, su dispositivi mobile, del navigatore satellitare.
Google presuppone che la nostra ricerca sia soddisfatta
portandoci nel luogo fisico e non nel sito internet, questo rimane si
raggiungibile, ma non è più l’unica possibilità, e nemmeno la più evidente, poiché,
su google maps sono altri gli obiettivi.
E poiché si intravede una fisicità nei risultati del motore,
diventano anche importanti le interazioni che un utente può avere con il luogo,
per esempio lasciando un commento pubblico, assegnando un voto al luogo, ovvero
segnalando a google eventuali errori di posizionamento o altro.
Sugli smartphone il numero di telefono diventa un pulsante
chiama! Basta un click … ed ecco che ci possiamo mettere in contatto con
l’azienda, prenotare, chiedere informazioni e quant’altro ci può venire in
mente di fattibile con un telefono.
Riassumendo, una corretta ubicazione della propria attività
economica:
Ha un effetto molto forte e significativo sui risultati
delle ricerche di google poiché mostra i “risultati suggeriti” sulle mappe ogni
qualvolta che big G capisce che si sta’ cercando qualcosa in un luogo.
Ha un effetto dirompente sui risultati delle ricerche con
smartphone ogni volta che un utente cerca qualcosa nelle sue vicinanze poiché
intende recarvisi fisicamente.
Essere ubicati correttamente facilita la possibilità di
rintracciarci e di arrivare fin da noi, con qualunque mezzo.
Rivendicare correttamente una scheda local consente di
mettere in atto una serie di azioni che aumentano l’importanza della nostra
scheda e ne favoriscono la visibilità.
Pubblicare una corretta descrizione della azienda,
arricchire la pubblicazione con immagini e video, e soprattutto ottenere
recensioni, sono tutti fattori molto importanti nel posizionamento di una
pagina local.
Ma c’è di più, i risultati delle ricerche sono molto spesso
personalizzati, in base alle nostre ricerche precedenti ed in base alla nostra
attività social (non solo quella su g+).
Accanto alle schede delle aziende escono le ricerche
correlate suggerite, ovvero una serie di ricerche che conducono a luoghi
analoghi, nelle vicinanze.
Su google map, non dobbiamo pensare al nostro vicino come ad
un concorrente da battere per essere davanti a lui nei risultati delle ricerche
ma come ad un alleato per riuscire ad emergere.
La nostra area o zona, infatti acquisterà rilevanza in
modo complessivo sulle mappe, se e solo se le aziende che vi insistono saranno
in grado di innescare una rete di azioni atte a rendere rumorosa la propria
presenza, ovvero a rendere piacevole l’esperienza social di un utente che si
trova a passare in quella zona.
Il punto di vista dei comuni:
a parer mio i comuni dovrebbero rivendicare o inserire
schede relative alle proprie attività istituzionali e di gestire, magari
attraverso lo iat, le pro loco, le associazioni locali, gli eventi di rilevanza
turistica (e non solo) attraverso il social google+.
Non si tratta solamente di inserire schede relative ai
palazzi comunali, ma anche quelle relative ai monumenti ed agli edifici
religiosi, alle sedi delle pro loco, alle scuole. Si tratta di verificare
l’ubicazione di importanti servizi come le stazioni dei Carabinieri, o i centri
di pronto soccorso, in somma si tratterebbe di rendere la rappresentazione del
territorio sulle mappe il più possibile completa e veritiera, in modo da
rendere l’esperienza del turista da un lato, ma anche del cittadino dall'altro,
il più possibile gratificante e non problematica.
I Comuni dovrebbero anche di promuovere un utilizzo
corretto, da parte dei privati, delle schede local, in modo da massimizzare i
risultati, tanto per i singoli quanto per il territorio nel suo complesso.
Si tratta di far maturare una consapevolezza ed una capacità
di agire, non complessa ma che necessita un salto culturale.
Si tratta di promuovere eventi formativi, coinvolgendo
professionisti del marketing web per insegnare ad agire. Pillole, lezioni
leggere e simpatiche … magari da continuarsi in hangout.
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