Tanto per intenderci il concetto è il seguente: le aziende
sono fatte da persone e sono queste che tendono credibile il marchio e non
viceversa.
Quindi sarà dura per i brand storici? Vedremo … anche se
google chi ha abituati ad un rispetto quasi maniacale per i grandi marchi.
Quel che è certo è che la vita dura la avranno i marchi
medio piccoli, o quelli mono personali.
Eco abbastanza grande è stata data sui social alle ultime
linee guida che google ha emesso per i propri quality rater, ovvero quelle
persone che passano la loro esistenza a navigare le serp ed a giudicare i siti.
Orbene queste li invitano a rendersi conto con attenzione
della qualità e della autorevolezza di un autore, ovvero delle persone che con
un certo sito risultano collaborare.
Ma come fanno a sapere che io collaboro con il sito di pinco
pallino? Le strade sono tante e chissa quali algoritmi di associazione
siti-persone stanno utilizzando.
Tanto vale farglielo sapere subito con un author snippet
sulla pagina e con una pagina elenco
autori inserita nel sito.
Questa ultima, anzi, purchè veritiera e ben costruita, è
destinata a diventare importantissima per la quota qualità di un sito internet
gestita manualmente dai quality rater.
Nella pagina elenco autori sarà importante:
·
inserire i link ai profili social degli autori
·
inserire i link alle pagine del sito realizzate
dal singolo autore, sulle quali dovrà comunque essere presente l’autor snippet
esteso.
Ma cosa farà un quality rater per valutare la nostra
credibilità (su un tema specifico)?
Be … aprirà la nostra pagina g+ e guarderà il rumore
generato dai nostri post, valutando a colpo d’occhio la corrispondenza tra tema
e post.
Aprirà la nostra pagina facebook, guarderà la quantità di
amici che abbiamo ed il loro tasso di coinvolgimento … oltre che, ovviamente, l’attinenza
dei nostri post al tema J
Ed ecco perché i selfie … sono facilmente realizzabili e
postabili, spesso consentono di taggare le persone ritratte, e fanno rumore in
modo pressochè gratuito, senza far perdere credibilità all’autore, a patto che
nella pagina sia sempre ben evidente almeno un articolo di approfondimento,
seriamente affrontato e costruito, sul tema principale per il quale l’autore
cerca autorevolezza.
Ma ai quality rater google chiede di monitorare la attività
quotidiana degli autori, quindi occhio a non “svaccare” mai.
Ora quel che mi chiedo è come sia possibile valutare tanti
autori a “colpo d’occhio” e classificarli in fretta …. Visto che gli autori
sono immensamente più che i quality rater c’è da aspettarsi che la valutazione
venga basata su parametri molto facilmente reperibili e classificabili.
Di certo non staranno a leggere gli articoli o a quadrarsi i
video, ma si limiteranno a vedere l’effetto che hanno suscitato nei followers,
magari dando un’occhiata veloce alla qualità della formattazione.
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